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Il 3 agosto Martin Fleischmann, ricercatore elettrochimico ceco di fama mondiale, è scomparso all'età di 85 anni.

Fleischmann, insieme a Stanley Pons, un altro fra i migliori elettrochimici al mondo, ha affermato di aver scoperto la cosiddetta "fusione fredda" nel 1989 ma per motivi che non sono ancora del tutto chiari, hanno avuto notevoli problemi con la ripetitività dei loro esperimenti.  Una delle cause è stata sicuramente la mancanza di comunicazione (traduzione di documenti dal giapponese all'inglese) e quindi non si è riusciti a far conoscere in occidente le ultime scoperte che il ricercatore Yoshiaki Arata stava trattando proprio in quegli anni: anche la forma su cui si lavorava i materiali era fondamentale per ottenere stabilmente la fusione fredda (cella a gas di deuterio). Una stretta collaboratrice giapponese, chimica, del prof. Arata, si è trovata in quegli anni a tradurre velocemente come meglio poteva i documenti scientifici e spedirli alle comunità scientifiche, per favorire la scoperta dei due ricercatori.
Nonostante i notevoli sforzi a spiegare il loro lavoro, Fleischmann e Pons, non sono riusciti a convincere il mondo delle loro teorie e sono stati entrambi effettivamente screditati sull'idea della fusione fredda in generale in quanto non riproducibile in tutti i laboratori di ricerca secondo un protocollo definito.


Molti hanno sostenuto che il discredito di Fleischmann e Pons è stato guidato e usato da altri nel mondo della scienza per promuovere la propria carriera e di promuovere "La Grande Scienza"  con esperimenti sulla "fusione calda".

Il campo di ricerca sulla fusione fredda si è così stagnato e non sono stati dati finanziamenti per lungo periodo. Negli ultimi anni però la ricerca e lo sviluppo della fusione fredda, come si è più popolarmente conosciuta in questi giorni, Low Energy Nuclear Reaction (LENR), si è riavviata.

In realtà non è mai stata lasciata completamente poiché ricercatori quali il prof. Sergio Focardi (uni Bologna) e prof. Francesco Piantelli (Uni Siena) pur di indagare su quello già scoperto dai due ricercatori Fleischmann e Pons si sono creati un laboratorio in uno scantinato in una università italiana. Grazie anche alla generosità di un altro ricercatore italiano, dott. Francesco Celani, che era riuscito a far parte di un gruppo di ricerca finanziato dal una grande azienda giapponese e che riusciva a passare ai due professori quel poco di materiale sufficiente e necessario.

I ricercatori italiani quindi malgrado le difficoltà economiche sono riusciti a proseguire il lavoro.

Per chi potrebbe non avere familiarità con il concetto di fusione fredda, consiste, grossolanamente, nel fondere gli atomi a basse temperatura, ovvero a temperatura in decine di migliaia di gradi. Al contrario della fusione nucleare calda che ha bisogno di  in contrasto con le decine di milioni di gradi necessari. Per entrambi i tipi di fusione si è raggiunto la produzione di energia solo che nel primo caso se ne utilizza meno rispetto a quella che si produce. La promessa della fusione fredda è che potrebbe essere in grado di eseguire la fusione e generare più energia a buon mercato, più semplicemente, in modo più pulito e più sicuro rispetto fusione calda che, finora, si basa su macchine gigantesche che riempiono intere hanger di dimensioni pari ad edifici.

Quindi, è reale la fusione fredda? Ebbene, tra le migliaia di esperimenti condotti nel corso degli ultimi decenni si è arrivati a parlare di produzione di dispositivi L.E.N.R. e si è iniziato a parlare di reazione piezonucleare (vieo da Rai 3 Tg Leonardo www.youtube.com/watch?v=onoqKPwVv5o&feature=player_embedded)

Leonardo Corporation (Italia e USA) è un'azienda fondata dall'inventore Andrea Rossi ed è, probabilmente il più noto degli attori del nascente mercato L.E.N.R.  le dimostrazione del dispositivo sono state molto convincenti e seguite da ricercatori e giornalisti scientifici di importanza mondiale. Leonardo corp. ha ora un licenziatario italiano Aldo Proia, e l'8 settembre 2012 a Zurigo ci sarà il congresso dove i diversi licenziatari europei (Svizzera, Germania, Italia) si confronteranno per discutere dei diversi temi circa la vendita e l'assistenza del dispositivo 1 MW che produce energia termica. In via di definizione è la produzione di un dispositivo per la casa che produca sia energia termica che elettrica ad un costo di circa 800 euro. La produzione è americana grazie al contratto che Leonardo corp. ha fatto con la National Instrumemts, leader mondiale dagli anni 70 circa l'automazione.